Le verande vetrate possono essere montate su una struttura in legno o in metallo, e apparire o con serramenti apribili o con serramenti fissi. Al di là di come le si sceglie, resta comunque il fatto che le verande in vetro sono un elemento indispensabile per chi vuol dare una luce tutta nuova alla propria casa. Le verande rappresentano infatti un’ottima soluzione per creare degli spazi abitabili, ricchi di comfort e carichi di atmosfera, capaci cioè di dar vita ad un angolo di vero relax laddove prima magari c’era tutt’altro.
Come se non bastasse, oggi giorno di verande vetrate ne esistono dei tipi più diversi. Ci sono vetrate panoramiche ad angolo, portefinestre molto eleganti o ampi balconi a vetro: tutte soluzioni, insomma, che sono capaci di introdursi in qualsiasi contesto architettonico e che sono in grado di rispondere a qualsiasi genere di esigenza abitativa, garantendo al tempo stesso requisiti prettamente tecnici quali l’isolamento termico, l’isolamento acustico, la praticità della pulizia e la durata nel tempo.
C’è però un elemento che spesso e volentieri non viene considerato come meriterebbe, perché a furia di pensare all’appariscenza e ad altri requisiti, chi acquista una veranda in vetro finisce magari col non prestare attenzione al tipo di vetro a cui si sta per affidare. Eppure la tipologia del vetro scelto è fondamentale per soddisfare il requisito della sicurezza e della tenuta: un vetro “di un certo tipo” è prima di tutto resistente all’azione di ladri e malintenzionati (attirati proprio dall’apparente facilità di un tale accesso), e poi un vetro spesso è anche ideale per resistere al meglio alle intemperie come pioggia, vento e grandine.
In genere, i vetri più utilizzati nella realizzazione delle verande sono essenzialmente di due tipi: c’è il vetro accoppiato (costruito con due lastre unite da una pellicola in grado di tenere insieme i frammenti di vetro) e poi c’è il vetro temperato (che tende a frantumarsi in piccoli pezzetti in maniera tale da non risultare tagliente o pericoloso).