Chiudere un terrazzo: vantaggi e svantaggi

Al giorno d’oggi, chiudere il terrazzo di casa è un’ottima soluzione per creare uno spazio ulteriore all’interno della casa. Di seguito alcuni consigli per scegliere quale copertura utilizzare per il terrazzo chiuso, tra vantaggi e svantaggi.

Creare un terrazzo chiuso in casa significa da vita ad un nuovo ambiente della casa da poter sfruttare come una vera e propria stanza. Ecco alcuni consigli per scegliere il materiale ideale per la copertura del terrazzo.

Perché decidere di chiudere un terrazzo?

In generale se chiuso o aperto, il terrazzo è un ambiente della casa molto importante, in quanto rappresenta uno spazio ideale per rilassarsi. Se si decide di realizzare un terrazzo chiuso, utilizzando il materiale che più si ritiene idoneo, è possibile dare vita ad una nuova stanza della casa. Questa potrà essere sfruttare per come più si desidera e quando si desidera, poiché si tratta di un ambiente coperto. Prima di procedere, però, è bene accertarsi di avere tutte i permessi necessari per i lavori di chiusura. Infine, tra i materiali più utilizzati per chiudere un terrazzo spiccano il vetro e il plexiglass. Di seguito ecco i vantaggi e gli svantaggi dell’uno e dell’altro così da scegliere la soluzione migliore.

Vantaggi di chiudere un terrazzo con mura in vetro

Ricoprire il terrazzo con delle mura in vetro è una soluzione molto amata, soprattutto in relazione alla forte valenza estetica che trasmette la trasparenza del materiale. Un altro vantaggio del vetro è anche la sua resistenza. In genere, infatti, per il terrazzo chiuso viene utilizzato il vetro temprato termicamente, trattamento che ha come finalità l’aumento della resistenza del materiale. Il vetro è in grado di sopportare un peso molto ampio, si parla di circa 80 chili per metro quadrato. In caso estremi di rottura, comunque, i frammenti non saranno mai taglienti in modo esagerato. 

Svantaggi di chiudere un terrazzo con mura in vetro 

Il terrazzo chiuso con il vetro presenta due difetti principali. Il materiale, infatti, è sì molto resistente, ma allo stesso tempo è anche pesante. Una struttura in legno, di conseguenza, richiede un sostegno di lastre che, a loro volta, garantiranno la tenuta del vetro. Un altro elemento di svantaggio del vetro riguarda la facile rottura del materiale. In caso di urti violenti, infatti, è possibile che si vengano a creare delle crepe, con il cosiddetto effetto ragnatela. Quest’ultimo, se sollecitato, con il trascorrere degli anni può indurre la rottura della superficie. 

Vantaggi di chiudere un terrazzo chiuso con mura in plexiglass

Oltre alle coperture in vetro, uno dei materiali più utilizzati per realizzare un terrazzo chiuso è il plexiglass. Noto come polimetilmetacrilato o PMMA, si tratta di un materiale plastico di grandissimo consumo. Così come il vetro, anche il plexiglass e un materiale tendente alla trasparenza. In realtà, il coefficiente di trasparenza del PMMA è addirittura più elevato del vetro. Per quanto riguarda la resistenza esterna, invece, il materiale resiste in modo perfetto a qualunque tipo di urto, forma di umidità o all’azione degli agenti chimici. Una struttura realizzata con questo materiale è in grado di reggere un peso pari a 150 chili per metro quadrato. 

Svantaggi di chiudere un terrazzo con mura in plexiglass

In realtà il plexiglass è un materiale che viene utilizzato principalmente per la realizzazione di arredi per la casa. Quando si sceglie di utilizzare il materiale per la copertura di spazi esterni come, appunto, il terrazzo chiuso, è bene tenere in considerazione la difficoltà del materiale. Nonostante si tratti di un materiale resistente, infatti, se sfruttato come copertura per l’esterno, il contatto duraturo con gli agenti atmosferici può portare forme di deterioramenti. Per evitare questo, è bene operare una manutenzione regolare, accompagnata da una pulizia profonda e costante. Uno degli svantaggi del materiale, inoltre, è che nel corso del tempo e a differenza del vetro, inoltre questo può arrivare assumere una colorazione giallastra. 

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