L’insonorizzazione dei pavimenti comporta l’integrazione di materiali e soluzioni che riducono la trasmissione dei rumori da calpestio o altre fonti di suono. L’obiettivo è quello di creare una barriera capace di assorbire e disperdere le onde sonore che si propagano tramite il pavimento. Per farlo è possibile utilizzare materiali specifici, tra cui pannelli fonoassorbenti, tappeti isolanti e strati intermedi sotto il pavimento. Nei prossimi paragrafi cercheremo di approfondire meglio le metodologie per insonorizzare il pavimento.
Quando insonorizzare il pavimento?
Insonorizzare il pavimento non è solo una questione di comfort, ma di qualità della vita. I rumori da calpestio, lo spostamento dei mobili, l’eco di una stanza vuota o i suoni che si diffondono tra i piani sono tra le cause più comuni di fastidio domestico.
Il rumore si propaga attraverso due modalità principali. I rumori aerei, come voci, musica o televisione, viaggiano nell’aria e si trasmettono attraverso le strutture. I rumori da impatto, invece, si generano quando qualcosa colpisce la superficie del pavimento: passi, cadute di oggetti, vibrazioni di lavatrici o sedie spostate. Questi ultimi sono i più difficili da controllare, perché l’energia sonora si trasmette direttamente alla struttura e da lì si diffonde nei locali sottostanti.
Una buona insonorizzazione interviene proprio su questa trasmissione, creando una sorta di barriera elastica che assorbe e disperde le onde sonore. La soluzione ideale è sempre progettare l’isolamento acustico del pavimento già in fase di costruzione, quando è possibile intervenire sul massetto e sulle strutture portanti. C’è da dire che anche su pavimenti esistenti si possono ottenere buoni risultati con tecniche specifiche.
Materiali e soluzioni più efficaci per l’isolamento acustico
Prima di vedere nel dettaglio quali sono le soluzioni disponibili per isolare acusticamente il pavimento dobbiamo fare una distinzione tra materiali fonoisolanti e fonoassorbenti: i primi bloccano il passaggio del suono tra due ambienti, i secondi lo assorbono all’interno della stanza riducendo l’eco e il riverbero.
I materiali più usati per l’insonorizzazione dei pavimenti sono:
- Materassini acustici in gomma, polietilene espanso o sughero, ideali per ridurre i rumori da calpestio e vibrazioni.
- Pannelli fonoisolanti in fibra di legno, lana minerale o poliuretano, che creano uno strato di separazione tra il massetto e la superficie calpestabile.
- Pavimenti flottanti, dove il rivestimento non è solidale con la struttura sottostante, ma appoggia su un sistema elastico che isola il suono.
- Rivestimenti fonoassorbenti, come moquette, vinilici spessi o parquet con sottofondo tecnico, capaci di ridurre l’eco e migliorare il comfort percepito.
In edilizia, il principio più efficace è quello “massa-molla-massa”: due strati rigidi (ad esempio solaio e pavimento) separati da uno strato elastico intermedio. È questo elemento morbido ( il materassino o il pannello isolante) a interrompere la trasmissione delle vibrazioni.
Le prestazioni acustiche si misurano in decibel (dB), ma quello che davvero conta è la differenza che si percepisce nella vita quotidiana. In media, un buon materassino isolante riesce ad abbattere il rumore da calpestio di 20-40 dB, a seconda del materiale e dello spessore. In pratica, il passo di una persona al piano di sopra può diventare appena udibile.
I risultati migliori si ottengono quando l’intervento viene studiato nel dettaglio, combinando più materiali, ad esempio un materassino elastico, un pannello rigido e una corretta striscia perimetrale lungo le pareti. Bisogna prestare attenzione anche alla posa, un piccolo errore, come un contatto diretto tra muro e pavimento, può compromettere tutto il lavoro.
Come intervenire su un pavimento già esistente
Se in fase di costruzione è possibile adottare una o più delle tecniche sopracitate per realizzare una pavimentazione insonorizzata, diverso è il discorso su un pavimento esistente. Nella maggior parte dei casi, non serve demolire nulla, l’isolamento acustico del pavimento esistente si ottiene semplicemente aggiungendo un nuovo strato isolante sopra quello vecchio e, la soluzione migliore è quella di sovrapporre un pavimento flottante, con in mezzo uno strato isolante, quindi realizzare un pavimento su un pavimento esistente.
Questa posa fa si che i pavimenti come il PVC, il parquet e i laminati vengano adagiati su un materassino che riduce il rumore di calpestio per chi cammina e per chi invece sta sotto. L’aria o l’isolante presente tra gli strati dei materiali diminuiscono i suoni aerei e quelli da impatto, un sistema che crea una barriera antirumore senza andare a compromettere la pavimentazione esistente.
I moderni sistemi fonoisolanti hanno uno spessore di appena 2-5 mm, quindi non costringono a modificare porte, battiscopa o serramenti. L’intervento è pulito, veloce e non comporta opere murarie. Anche una soluzione semplice, come un tappeto spesso in materiale fonoassorbente, può offrire un miglioramento immediato nei punti più critici della casa. Negli edifici più datati, invece, può essere utile intervenire anche su pareti e soffitti con pannelli fonoassorbenti, in modo da ottenere un isolamento più uniforme e un ambiente davvero silenzioso e confortevole.
Come valutare la qualità dell’insonorizzazione?
Per valutare l’insonorizzazione del pavimenti si prendono in considerazione la rigidità dinamica del materiale isolante (cioè quanto riesce ad assorbire le vibrazioni) e la riduzione del rumore da calpestio, espressa in decibel.
Maggiore è il valore di riduzione e più alto è comfort acustico. Un buon sistema di insonorizzazione del pavimento deve abbattere il rumore di almeno 20-25 decibel, mentre le soluzioni più performanti arrivano anche oltre i 40 dB, una differenza che nella pratica equivale a rendere quasi impercettibili i rumori provenienti dal piano superiore.
Naturalmente, il rendimento dipende anche da come il lavoro viene eseguito. Una posa non corretta, con ponti acustici o dislivelli nel massetto, può ridurre l’efficacia dell’intero intervento, anche se i materiali utilizzati sono di alta qualità. Ecco perché la cura dei dettagli, come la sigillatura perimetrale o la scelta del materassino più adatto, fa la differenza.
Nelle ristrutturazioni più complesse, alcune imprese specializzate eseguono prove fonometriche dopo la posa per misurare con precisione l’abbattimento reale del rumore. Questo passaggio è utile per verificare se il pavimento rispetta gli standard previsti dalle norme UNI EN ISO 16283-2 e dal DPCM 5/12/1997, che in Italia stabiliscono i limiti minimi di isolamento acustico per gli edifici residenziali.
Faq – Domanti frequenti
Qual è la differenza tra fonoassorbente e fonoisolante?
Il primo assorbe il suono dentro una stanza, il secondo impedisce che si trasmetta da un ambiente all’altro.
Posso insonorizzare un pavimento senza demolirlo?
Sì, con sistemi flottanti o materassini sottili posati sopra la pavimentazione esistente.
Quanto migliora un pavimento insonorizzato?
A seconda del materiale, si possono ottenere riduzioni di 20-40 dB sul rumore da calpestio.
Qual è lo spessore minimo per un buon isolamento acustico?
I sistemi più efficaci partono da 3 mm, ma per risultati migliori si consigliano 5-10 mm.
Quali materiali sono più performanti?
Polietilene espanso, sughero, gomma riciclata, fibre naturali o pannelli compositi ad alta densità.








