Filtro deidratatore: cos’è, come funziona e perché non va trascurato negli impianti

Il filtro deidratatore è un componente installato nei circuiti frigoriferi e nei sistemi HVAC/climatizzatori (domestici e commerciali) che rimuove umidità e impurità dal refrigerante. Senza di lui, l’impianto rischia guasti gravi e costosi.

Si tratta di un cilindro metallico, spesso poco visibile, collocato lungo il circuito dove passa il refrigerante in fase liquida. Dentro, però, c’è un concentrato fatto di materiali in grado di trattenere impurità solide e catturare l’umidità.

Un impianto frigorifero vive di equilibrio, se nel fluido che scorre nelle tubazioni entra polvere, residui metallici o peggio ancora acqua, il sistema inizia a soffrire. Una piccola quantità di umidità può trasformarsi in ghiaccio nella valvola di espansione e bloccarne il funzionamento. Nel tempo, le stesse molecole d’acqua possono reagire con l’olio del compressore generando acidi che corrodono lentamente le pareti interne.

Il filtro deidratatore interviene qui, agendo su due fronti: blocca fisicamente lo sporco e assorbe chimicamente l’acqua. I materiali usati sono setacci molecolari e allumina attivata, spesso combinati per garantire massima efficacia. È come avere un doppio scudo che protegge il cuore dell’impianto.

Come funziona il filtro deidratatore e dove si colloca nel circuito

Per capire il ruolo del filtro, immagina il percorso del refrigerante che, dopo essere stato compresso, passa attraverso il condensatore e si trasforma in liquido ad alta pressione. Prima di raggiungere la valvola di espansione, incontra il filtro deidratatore. Qui il fluido viene “ripulito”, le particelle solide restano intrappolate nei setti filtranti e le molecole d’acqua vengono assorbite dal materiale essiccante.

Una volta uscito, il refrigerante è più puro e sicuro, l’impianto lavora meglio, riduce i rischi di blocco e mantiene prestazioni costanti.

Il filtro può essere di due tipi: ermetico (si sostituisce interamente) o a cartuccia (si cambia solo l’elemento interno). In impianti residenziali sono più diffusi quelli ermetici, negli impianti industriali o commerciali i secondi. Alcuni modelli integrano un piccolo oblò colorato che cambia tinta quando l’umidità interna supera la soglia, un indicatore semplice, ma molto utile per capire se il filtro ha ancora vita utile.

Quando sostituire un filtro deidratatore

Molti pensano che un filtro duri per sempre ma con il tempo si satura e smette di funzionare, diventando un collo di bottiglia per il circuito.

La frequenza dipende dall’uso, in un climatizzatore domestico può durare anche due o tre anni, mentre in un impianto industriale va controllato ogni anno. Ma c’è una regola e cioè che ogni volta che il circuito viene aperto per manutenzione, il filtro deve essere sostituito. Basta un contatto con l’aria per far entrare umidità che saturerebbe il materiale interno.

Ci sono alcuni segnali che aiutano a capire quando è ora di cambiarlo:

  • calo delle prestazioni del sistema e aumento dei consumi;
  • brina o ghiaccio in punti anomali;
  • caduta di pressione tra ingresso e uscita del filtro;
  • colore alterato dell’indicatore di umidità, se presente.

Trascurare la sostituzione significa rischiare danni al compressore e alla valvola di espansione, con costi molto più elevati rispetto al prezzo di un filtro nuovo.

Come scegliere il filtro deidratatore giusto

Non esiste un filtro valido per tutti gli impianti, ogni sistema ha le sue caratteristiche e serve un filtro compatibile. La scelta deve considerare più fattori, non solo il prezzo o la marca.

I criteri principali sono:

  • compatibilità con il tipo di refrigerante utilizzato (R134a, R410A, R32 e così via);
  • capacità di assorbimento, espressa in grammi di acqua trattenibile;
  • dimensioni e attacchi, che devono combaciare con il circuito;
  • materiali interni: meglio se combinano setaccio molecolare e allumina;
  • presenza di indicatori visivi che semplificano la manutenzione.

Marchi come Danfoss, Castel, Sporlan o Alco sono tra i più diffusi e offrono una gamma adatta sia al settore residenziale che a quello industriale. In piccoli climatizzatori basta un filtro ermetico standard, in impianti di grandi dimensioni conviene optare per sistemi a cartuccia sostituibile.

Installazione e manutenzione del filtro

Il filtro deidratatore va installato da un tecnico certificato, perché il circuito è pressurizzato e contiene refrigerante. Durante l’intervento, il sistema deve essere svuotato, messo sotto vuoto per eliminare eventuale umidità e poi ricaricato.

Una volta installato, non richiede attenzioni particolari da parte dell’utente finale. L’unica raccomandazione è affidarsi a controlli periodici,  un professionista può verificare pressioni e stato del filtro e decidere se sostituirlo. Nei modelli con indicatore visivo, un controllo a occhio già fornisce molte informazioni. Il filtro non si pulisce e non si rigenera, per cui quando ha esaurito la sua capacità, l’unica soluzione è sostituirlo.

Differenze con altri sistemi di filtrazione

Spesso si fa confusione tra filtro deidratatore e altri dispositivi: il filtro a rete, ad esempio, trattiene solo lo sporco solido e non ha alcuna azione sull’umidità. Il separatore d’olio serve invece a recuperare il lubrificante che circola con il refrigerante e non ha funzione filtrante.

Il filtro deidratatore è diverso proprio perché unisce due funzioni: filtrazione meccanica e assorbimento chimico e nessun altro componente svolge entrambe le attività insieme.

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